Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1828

Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1828
StatoBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Data31 ottobre/2 dicembre
Collegio elettorale261 elettori
Affluenza57,6% (Aumento 30,7%)
Andrew Jackson Daguerrotype.jpg
John Quincy Adams - copy of 1843 Philip Haas Daguerreotype.jpg
Candidati Andrew Jackson John Quincy Adams
Partiti Democratico Repubblicano Nazionale
Voti 642.553
56,0%
500.897
43,6%
Elettori
178 / 261
83 / 261
Elettori per stato federato
Presidente uscente
John Quincy Adams (Partito Democratico-Repubblicano)

Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1828 furono l'11° tornata elettorale quadriennale e si tennero da venerdì 31 ottobre a martedì 2 dicembre; fu caratterizzata dalla ripetizione della sfida tra il presidente in carica John Quincy Adams e Andrew Jackson, il quale era già riuscito ad ottenere la maggioranza relativa dei grandi elettori del collegio elettorale nelle precedenti elezioni del 1824.

Adams era sostenuto dal National Republican Party, mentre Jackson dal Partito Democratico. Entrambe queste formazioni erano nuove, eredi di correnti del disciolto Partito Democratico-Repubblicano.

Jackson e il suo principale alleato Martin Van Buren consolidarono le basi dei propri suffragi nel profondo Sud e nello Stato di New York e sconfissero facilmente Adams. Il Partito Democratico ricevette voti sia dai sostenitori di Jackson sia da quelli di William Harris Crawford (i "vecchi repubblicani") e del vicepresidente in carica John Calhoun. Jackson poté in tal maniera diventare il primo presidente statunitense il cui Stato di origine non era né il Massachusetts né la Virginia.

La legge sui dazi doganali del 1828, indicata dai suoi oppositori come la "Tariff of Abominations", era stata promulgata nel corso dell'anno, aumentando così le imposte doganali fino al 60%; anche se era riuscita a passare solamente di stretta misura alla Camera dei Rappresentanti, risultò da subito assai impopolare negli Stati meridionali, in quanto essi importavano materiali e merci prevalentemente dall'estero[1]. Jackson e i Democratici vi si opposero con forza, anche se non riuscirono ad impedirne la promulgazione[2] seppur temporanea; la posizione nei riguardi di questa legge portò ad a una decisa divisione del voto in due fazioni territoriali: quello del nord andato ad Adams e quello meridionale a Jackson.

L'elezione inaugurò la cosiddetta "democrazia jacksoniana", segnando la transizione dal "primo sistema partitico" (che aveva visto la democrazia jeffersoniana) al secondo sistema partitico. Con l'espansione in corso del diritto di voto alla maggior parte degli uomini bianchi vi fu inoltre una forte espansione dell'elettorato, con il 9,5% degli statunitensi che votarono per l'elezione del presidente rispetto al 3,4% di quattro anni prima[3].

Gli storici dibattono sul ruolo che l'elezione ebbe nella storia nazionale; molti di loro sostengono che abbia segnato l'inizio della politica statunitense moderna, con la decisiva istituzione della democrazia rappresentativa e l'instaurazione permanente di un sistema sostanzialmente bipartitico[4].

Nella mappa dei risultati a lato il colore blu indica gli Stati vinti da Jackson e Calhoun/Smith, mentre il giallo quelli conquistati da Adams/Rush; i numeri raffigurano i voti elettorali assegnati a ciascuno Stato.

  1. ^ The Causes of the Civil War. 3rd ed. New York: Touchstone, 1991
  2. ^ [1] Taussig, F.W., The Tariff History of the United States, Part I, Fifth Edition, G. P. Putnam’s Sons, 1910, pages 88, 89, (page 55 in .pdf format)
  3. ^ J.N. Kish, U.S. Population 1776 to Present, su Google Fusion Tables. URL consultato il 10 febbraio 2015.
  4. ^ David Waldstreicher, "The Birth of Modern Politics: Andrew Jackson, John Quincy Adams, and the Election of 1828./Vindicating Andrew Jackson: The 1828 Election and the Rise of the Two Party System," Journal of the Early Republic, Winter 2010, Vol. 30 Issue 4, pp 674-678

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